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Ecco pubblicato il nostro primo album...Glaciale!

 

Lascivo, la strana coppia dell’elettropop

(di Gianni Nicola Caracoglia 18/06/2018)

Filippo Calcagno è un grande appassionato di dark wave ed elettronica, Antonella Pergola è una cantante che nel jazz ha trovato la sua dimensione. Si sono ritrovati a Ramacca ed è nato “Glaciale” tra glam pop, echi surreali, atmosfere decadenti e folli virtuosismi vocali. Dalla ritrovata voglia di fare musica insieme dei due musicisti ramacchesi Filippo Calcagno e Antonella Pergola, ha visto la luce finalmente “Glaciale”, album che ha avuto una lunga gestazione. Calcagno: «Siamo coscienti che abbiamo fatto una cosa abbastanza strana – ammette Calcagno -, però ci siamo lasciati andare, non abbiamo voluto vincoli»

Non facciamoci trarre in inganno dal nome che si sono scelti per il loro progetto musicale comune: Lascivo. La parola lascivo può avere più sfumature di significato, dalla trascuratezza alla capricciosità, soprattutto nei costumi sessuali. «Sicuramente per noi vale il primo significato – ci tiene a precisare Filippo Calcagno, che del duo elettropop nato a Ramacca e condiviso con la cantante Antonella Pergola, rappresenta l’algida anima elettronica -. Con Antonella ci siamo conosciuti una quindicina di anni fa, poi dopo vari progetti realizzati insieme, è seguito un periodo di stallo, ed ora abbiamo deciso di rimettere le mani sia nei vecchi materiali sia in nuovi brani. In effetti ci siamo lasciati un po’ andare. Il nome lo abbiamo scelto ad un concerto di Patty Pravo, e lei in quanto a lascivia non scherza. Ci ha dato quell’idea».

Dalla ritrovata voglia di fare musica insieme ha visto la luce finalmente Glaciale, album che ha avuto una lunga gestazione. Glaciale è un album che a primo ascolto può essere fuorviante, perché si colgono due anime distinte, una melodica affidata alla voce di Antonella Pergola, cantante con un esordio folk e una maturazione artistica jazz, ed un’anima computerizzata nelle mani di Filippo Calcagno, musicista che da vent’anni circa mette in gioco le sue passioni per la wave più oscura, in una prima fase, e poi l’elettronica più emozionale. Glam pop, echi surreali, trip hop, elettronica decadente, folli virtuosismi vocali, questo è Glaciale. «Siamo coscienti che abbiamo fatto una cosa abbastanza strana – ammette Calcagno -, però ci siamo lasciati andare, non abbiamo voluto vincoli». La “strana coppia” vede la perfetta collaborazione fra la cantante e il musicista, il quale firma anche gran parte dei testi. Calcagno: «Ci sono tutte le nostre influenze, dal jazz che è caro ad Antonella, all’elettronica che la mia musica di riferimento, pur non disegnando la musica italiana. Anche certa elettronica di Franco Battiato ha avuto la sua influenza».

Nel progetto Boa elettrico di qualche anno fa, in effetti, i due avevano creato un live dove riproponevano a modo loro grandi successi della canzone italiana al femminile, da Mina a Patty Pravo, dai Matia Bazar a Giuni Russo -, e ancora oggi in Glaciale la voce di Antonella Pergola spesso richiama in certi gorgheggi pop quella di Giuni Russo o l’anima più decadente dei vecchi Matia Bazar, al servizio però di elettro-dandies come Morgan o i Pet Shop Boys. «Di queste melodie che richiamano alla mente Giuni Russo ne siamo coscienti e la cosa non ci dispiace» aggiunge Calcagno che spiega anche il titolo dell’album: «Il “freddo” a cui facciamo riferimento è quello che genera l’uomo quando incontra il potere, quando decide, ahimè, di essere l’artefice di tutto. Questo incontro distruttivo viene raccontato nella title track, con un linguaggio surreale e provocatorio, ma lo ritroviamo, in diverse forme per altri brani (Radici profonde, Big stars revolution, Bocche di Luce). Quando vogliamo scappare da questo “freddo” ecco che allora ci rifugiamo nei nostri caldi paradisi mentali, in spazi e mondi paralleli (Quale dimensione?, Sapientemente mistico, Sfacelo, Abisso e apnea, Beatrix), cercando conforto e risposte (Concorso in amore, I cavatappi, Soggetto perfetto, Banalità)».

Dal prossimo mese Calcagno e Pergola si metteranno a lavorare su brani nuovi: «Per questi ci rifaremo ai brani di più recente composizione come Sapientemente mistico e Quale dimensione?, cercando di dare adesso una maggiore uniformità compositiva». All’album hanno dato un contributo creativo e materiale, Giovanbattista Troìa (sue alcune parti solistiche nel brano Beatrix), Giuseppe Calcagno, fratello di Filippo che con lui condivise negli anni 90 il progetto Modus, e Ivan Diamante. Con Giovanbattista Troìa, Calcagno ha avviato il progetto Artichoke che si occupa di videomapping e relative sonorizzazioni per il teatro. «Adesso sto lavorando sul live di presentazione di Glaciale, qualcosa però che vada oltre la presenza di noi due, io al basso e al computer, e Antonella alla voce, sul palco. Mi piacerebbe, quindi, un lavoro di videomapping da proiettare durante l’esibizione. Prima dei live voglio realizzare un video per ogni canzone e in questo mi farò aiutare da Lux Bradanini, un’artista di Bormio che ha realizzato l’immagine di copertina».

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Tra sole e luna

(di Giuseppe Rossitto)

Si dice che in musica niente più possa essere inventato, ma tutto è contaminato e in trasformazione. Le macchine ci aiutano in questo, ma sono solo dei mezzi per arrivare a un suono che è già in testa. Quando l’utilizzo delle tecnologie ha come fine e “confine” l’estetica, diventa inutile, vago e spesso anche limitante. I Lascivo esplorano ritmi e musiche globali con l’aiuto dell’elettronica. Intorno al 2009 Antonella Pergola e Filippo Calcagno collaborano per la prima volta, pensando di proporre un live-set; provando e rivisitando arrivano a quello che poi sarà “Boa Elettrico”: 20 covers di sole donne italiane; da Mina a Patty Pravo a Giuni Russo, e poi Rettore, Matia Bazar etc. Arriviamo dunque a questo primo album formato da 13 canzoni; alcune riprese da progetti precedenti, rivisitate, riarrangiate e risuonate, e altre totalmente inedite, dove ritroviamo tutti gli ingredienti e le spezie tipiche del loro percorso, del loro suono particolare e dei loro testi mai banali. Ci sono sia le contaminazioni elettroniche che i ritmi sincopati, il trip hop oscuro, ma anche gli up tempo e le poliritmie latine. Il tutto cucito con la voce di Antonella, la solarità del suo canto, i virtuosismi affogati in un timbro che ricorda le grandi voci di un tempo. I testi molto personali e intimi, ma anche pungenti e pieni di riferimenti all’attualità; sono politici in modo surreale, onirici ma realistici e paradossali, sembrano carezze ma tagliano. Un connubio molto riuscito e personale, diciamo una nuova forma di crossover tra passato e futuro, tra sole e luna, tra cielo e terra di Sicilia (da dove provengono).